CROCE ROSSA, PER MOTIVI ECONOMICI, ABBANDONA IL SERVIZIO 118 NEL LAZIO

Una convenzione molto chiacchierata per la presenza di subappalti (vietati). Dopo il ricorso al TAR iniziativa confederale sulla Cassazione.

Nel marzo scorso la Regione Lazio firmò con il direttore generale dell’Ares 118 Antonio De Santis ed il commissario straordinario della Cri Francesco Rocca un protocollo per l’esecuzione del servizio 118 nella regione.

Da settembre 2011 la stessa Regione Lazio aveva stipulato degli accordi temporanei con alcune società private in attesa di lanciare un nuovo bando per la gestione dei servizi di emergenza.

Con l’assegnazione del servizio alla Croce Rossa (Ente Pubblico) il bando non si era più reso necessario ma la procedura adottata dalla Regione Lazio aveva avuto echi critici e controversi anche in Consiglio Regionale persino nell’opposizione, con le contrarietà del PD e, viceversa, l’apprezzamento dell’IdV.

Le Società Private e le Associazioni di Volontariato (fra cui la Confederazione Nazionale) che fino a quel momento avevano svolto il servizio 118 al posto della CRI avevano fatto ricorso al TAR del Lazio per ottenerne l’annullamento, ma nel novembre scorso il ricorso è stato rigettato.

Fino alla notizia di oggi che vede la CRI fare un passo indietro e rinunciare allo svolgimento del servizio 118 nelle province di Roma, Latina, Viterbo e Frosinone.

Il motivo ufficiale è economico: "Non sono ancora pervenute le somme previste per l'acconto – scrivono il direttore generale Patrizia Ravaioli e dal commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca - La situazione che si venuta a creare rende impossibile per la Croce Rossa proseguire nelle attività in convenzione. Seppur con vivo rammarico, siamo costretti a comunicare la risoluzione dell'accordo".

La cifra è importante: vale ben diciannove milioni e mezzo di euro ogni dodici mesi per sei anni

La CGIL pare abbia inviato un esposto alla Procura della Repubblica ed una nota, dello stesso tenore, alle istituzione nel quale si parla di irregolarità

"È la seconda volta in un anno e mezzo - dice la CGIL - che la Croce Rossa abbandona il servizio. Speriamo che non ci sia una terza possibilità, perché questa volta ci sono state delle irregolarità fra cui la violazione del divieto di subappaltare il servizio avuto in gestione dall'Ares 118".

Intanto la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, nell’ultimo Consiglio Nazionale di dicembre, avrebbe approvato una iniziativa verso la Cassazione per far riconsiderare le ragioni del Ricorso al TAR: vedremo, dopo il passo indietro fatto dalla CRI, quale evoluzione prenderà anche questa partita.

(fonte:misericordiaonline.net)